Infamous "Of Solitude and Silence"
Full-length,
Novecento Produzioni, 2011
Genere: Black Metal
Novecento Produzioni รจ una label italiana sempre attenta a
selezionare quel black metal a loro piรน caro, tendente al depressive e, in
genere, alle forme piรน ruvide e schiette di questo genere. Infamous รจ un
progetto cagliaritano che nasce come one man band nell’agosto 2009 e si manifesta
con il primo demo autoprodotto “Torrid Summer Misanthropy” nel 2010, limitato a 50
copie.
Gli Infamous in questo “Of solitude and Silence” propongono una
sorta di black metal che parte dal raw per abbracciare altre piccole ma
importanti sfaccettature, frutto dell’abile uso delle tastiere che non si
impongono come predominanti, ma fanno da sfondo a dei brani disperati e
alienanti, frutto di odio e misantropia.
Come appunto dicevo, ho trovato molto indovinato l’uso delle
tastiere, che riempiono il sound e lo rendono in un certo senso sia cupo che
atmosferico. La voce di S.A, tuttofare della band, si esprime in tentazioni prevalentemente
“burzumiane”, con i tipici rantoli e urli disperati cari al Conte, aspetto,
questo, molto comune ormai soprattutto nella frangia depressiva del black
metal. Fortunatamente non siamo al cospetto della solita, trita e ritrita
fotocopia sbiadita di Burzum, e nemmeno, per fortuna, le mie orecchie devono
sorbirsi qualche inutile e finta lagna depressive, perchรฉ Infamous, al di lร
della voce un po’ standardizzata, propone una musica personale, e questo non รจ
poco. Se uniamo a questo fattore importantissimo, il fatto che i due musicisti
qui coinvolti (oltre ad S.A. nel disco le tastiere sono suonate da Alessandro)
sanno anche emozionare e trasportare la mente lontano da tutto il rumore e la
“freneticitร materialistica” tipica della societร moderna, รจ facile intuire che
questo lavoro ha ottime potenzialitร , molte giร espresse tra l’altro. Nella
biografia infatti viene esposta anche questa frase:
“Il primo full-lenght propone un viaggio
desolante negli abissi della solitudine e glorifica la schiacciante necessitร
del silenzio”
Per una volta nรฉ la band e nemmeno, soprattutto la label,
non hanno mentito per alzare di qualche punto la valutazione di chi recensisce.
La prima canzone, la title-track, sembra quasi un connubio tra Burzum della fase post "Det som...", Velvet
Cacoon e depressive “generico”. I tempi di batteria sono sostenuti e la voce
taglia come una lama, ma le tastiere forniscono corpo e dinamicitร al tutto,
oltre che un pizzico di originalitร che non guasta. Le tracce sono tutte di
durata medio-alta, con una media che si aggira attorno ai sei minuti per brano,
ma l’iniziale title track รจ la piรน lunga, coi suoi nove minuti di musica, tra
l’altro scorrevoli grazie a intermezzi rallentati in cui il duo esprime ancora
di piรน riflessione e senso di nostalgia e solitudine.
Altre canzoni sono da brividi, la seguente “Rex
Verminorum” ad esempio ha un riff portante semplice ma magnetico e la
produzione direi che in genere รจ azzeccata. La batteria ne esce leggermente
penalizzata, con un rullante messo in secondo piano rispetto ai piatti, ma
nulla di preoccupante, potrebbero anche essere scelte della band. Inutile
menzionare ogni singola canzone, perchรฉ gli elementi sono piรน o meno sempre
quelli esposti sinora, ma forse nei brani successivi alla title-track
assistiamo ad un utilizzo minore dei synth a favore di una immediatezza piรน
prettamente raw, come in “Human Scum”, dove ci ho sentito qualcosa dei
Bilskirnir. Comunque i rallentamenti sono anche in questo caso indovinati ed
azzeccati, creando pathos dove serve.
Poco altro da aggiungere. Il disco inizialmente mi aveva
lasciato non esattamente soddisfattissimo, ma al di lร di quelli che possono
essere i miei gusti personali in ambito black, che non combaciano esattamente
con la proposta di questi Infamous, non mi resta che constatare la loro
bravura. D’altronde, come se non bastasse, in chiusura abbiamo un altro
episodio meritevole di essere menzionato per la sua toccante malinconia, “Spiritual
Desolation”, che si ciba di una serenitร solo apparente, che potrebbe sfociare
nella rassegnazione, come il finale elettrico-acustico sottolinea. Chiude il lavoro “Lugore”, track fatta di sola tastiera
dalle tinte ambient con note delicate e soffuse.
Lavoro consigliato agli amanti
del black metal in genere, ma soprattutto a coloro che si cibano di malinconia e
di sogni infranti nel tempo, sommersi da una coltre di immondizia chiamata “societร ”
Recensione a cura di: Sergio Vinci “Kosmos Reversum”
Voto: 75/100
Tracklist:
1. Of Solitude and Silence 09:00
2. Rex Verminorum 06:45
3. Grey Euphoria 05:56
4. Human Scum 06:10
5. Spiritual Desolation 06:58
6. Lugore 01:51
DURATA TOTALE: 36:40
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