Bloodwritten "Thrashin' Fury"
Full-length, Witching Hour Productions, 2010
Genere: Thrash Metal
Dalla Polonia arrivano questi Bloodwritten, accasati presso l’interessantissima label loro conterranea Witching Hour Productions. Il gruppo in questione ha abbandonato oggi il black metal del passato per passare su lidi thrash metal, e con ottimi risultati direi! Il thrash dei Nostri è fortemente debitore di act quali Kreator, Sodom, Morbid Saint e Slayer, quindi anche venato di quell’aura oscura che forse è anche elemento del loro passato musicale.
La travolgente “Whore” apre le danze e subito si capisce che questa band fa sul serio. Un cantato in pieno stile Mille Petrozza e uno stile molto ottantiano sono le credenziali di questo combo, che pare vivere in un universo sospeso tra “Endless Pain” e “Agent Orange” e l’immancabile tocco degli Slayer che ormai hanno influenzato non solo il thrash ma praticamente tutto il metal estremo. Segue la più ragionata “Drums Of War”, che presenta qualche break quasi in mid tempo e dei buoni spunti di chitarra solista, ma il tutto è alternato a sfuriate da puro pogo sfrenato e appaiono visioni di metallari con chiodo e gilet di jeans toppato che fanno headbanging sotto al palco. Non c’è tregua e la band prosegue con la cattivissima “Bullet Overdose”, sempre più Kreator prima maniera, sempre più ignoranti loro e bastardi. Una canzone che a conti fatti appare di diritto tra gli highlight del disco. Ottimo il riffing sostenuto da Hypnos e Thanatos, che assieme al drumming furioso di Matt The Persekutor, forma un muro incrollabile di thrash metal puro, istintivo e primordiale.
“Zombie Survival” presenta un andamento quasi lento per i canoni del gruppo, su un tappeto di chitarre stoppate e una batteria che solo in alcuni casi si lascia andare a qualche parte in doppia cassa. Canzone non male ma un po’ priva di mordente questa, in verità , perché i riff sono un po’ bruttini e senza piglio. Si salva dalla metà in poi con la consueta irruenza della band, ma siamo in questo caso su un giudizio mediocre purtroppo. A seguire tutta una serie di canzoni ancora sfrontate e coerenti fino all’osso con gli stilemi del thrash che i Blood Written propongono (cito ancora come degne di maggiore attenzione la spietata “Radiation” e “Return To Tortuga Bay”, dall’inizio fortemente Slayer anno ‘86), dove non ci sono variazioni rispetto allla prima parte del disco.
Insomma una band che secondo me ha confezionato un disco valido, che forse non è uscito allo scoperto assieme alla ondata di giovani band che stanno spopolando in questo momento solo perché non propone uno stile perfettino e, francamente, inutile e senz’anima come sento troppe volte nella scena thrash odierna, dove tutti si fanno portabandiera di nuovi alfieri della Bay Area, ma che in definitiva sono solo la copia carbone sbiadita di quella scena, e chi l’ha vissuta come me almeno un po’ sulla propria pelle, certe cose le avverte.
“Thrashin’ Fury” è un disco genuino, graziato da una produzione fortunatamente non pulitina ma professionale e adatta per il genere, e fatto da una band che sa come usare i propri strumenti e dare belle mazzate.
Io chiedo: non era questo il thrash una volta?
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 74/100
Tracklist:
1. Whore 03:35
2. Drums of War 04:22
3. Bullet Overdose 03:12
4. Zombie Survival 04:06
5. Thrashin' Fury 03:29
6. Radiation 04:27
7. Unleash the Unholy 05:58
8. Return to Tortuga Bay 04:10
9. Bestial Desolation 01:44
10. Watch the World Burn... 05:49
Genere: Thrash Metal
Dalla Polonia arrivano questi Bloodwritten, accasati presso l’interessantissima label loro conterranea Witching Hour Productions. Il gruppo in questione ha abbandonato oggi il black metal del passato per passare su lidi thrash metal, e con ottimi risultati direi! Il thrash dei Nostri è fortemente debitore di act quali Kreator, Sodom, Morbid Saint e Slayer, quindi anche venato di quell’aura oscura che forse è anche elemento del loro passato musicale.
La travolgente “Whore” apre le danze e subito si capisce che questa band fa sul serio. Un cantato in pieno stile Mille Petrozza e uno stile molto ottantiano sono le credenziali di questo combo, che pare vivere in un universo sospeso tra “Endless Pain” e “Agent Orange” e l’immancabile tocco degli Slayer che ormai hanno influenzato non solo il thrash ma praticamente tutto il metal estremo. Segue la più ragionata “Drums Of War”, che presenta qualche break quasi in mid tempo e dei buoni spunti di chitarra solista, ma il tutto è alternato a sfuriate da puro pogo sfrenato e appaiono visioni di metallari con chiodo e gilet di jeans toppato che fanno headbanging sotto al palco. Non c’è tregua e la band prosegue con la cattivissima “Bullet Overdose”, sempre più Kreator prima maniera, sempre più ignoranti loro e bastardi. Una canzone che a conti fatti appare di diritto tra gli highlight del disco. Ottimo il riffing sostenuto da Hypnos e Thanatos, che assieme al drumming furioso di Matt The Persekutor, forma un muro incrollabile di thrash metal puro, istintivo e primordiale.
“Zombie Survival” presenta un andamento quasi lento per i canoni del gruppo, su un tappeto di chitarre stoppate e una batteria che solo in alcuni casi si lascia andare a qualche parte in doppia cassa. Canzone non male ma un po’ priva di mordente questa, in verità , perché i riff sono un po’ bruttini e senza piglio. Si salva dalla metà in poi con la consueta irruenza della band, ma siamo in questo caso su un giudizio mediocre purtroppo. A seguire tutta una serie di canzoni ancora sfrontate e coerenti fino all’osso con gli stilemi del thrash che i Blood Written propongono (cito ancora come degne di maggiore attenzione la spietata “Radiation” e “Return To Tortuga Bay”, dall’inizio fortemente Slayer anno ‘86), dove non ci sono variazioni rispetto allla prima parte del disco.
Insomma una band che secondo me ha confezionato un disco valido, che forse non è uscito allo scoperto assieme alla ondata di giovani band che stanno spopolando in questo momento solo perché non propone uno stile perfettino e, francamente, inutile e senz’anima come sento troppe volte nella scena thrash odierna, dove tutti si fanno portabandiera di nuovi alfieri della Bay Area, ma che in definitiva sono solo la copia carbone sbiadita di quella scena, e chi l’ha vissuta come me almeno un po’ sulla propria pelle, certe cose le avverte.
“Thrashin’ Fury” è un disco genuino, graziato da una produzione fortunatamente non pulitina ma professionale e adatta per il genere, e fatto da una band che sa come usare i propri strumenti e dare belle mazzate.
Io chiedo: non era questo il thrash una volta?
Recensione a cura di: Sergio Vinci "Kosmos Reversum"
Voto: 74/100
Tracklist:
1. Whore 03:35
2. Drums of War 04:22
3. Bullet Overdose 03:12
4. Zombie Survival 04:06
5. Thrashin' Fury 03:29
6. Radiation 04:27
7. Unleash the Unholy 05:58
8. Return to Tortuga Bay 04:10
9. Bestial Desolation 01:44
10. Watch the World Burn... 05:49
DURATA TOTALE: 40:52
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