Melechesh "Emissaries"
Full-length, Osmose Productions, 2006
Genere: Black / Death / Middle Eastern Folk Metal
Noti in principio come "il gruppo black metal proveniente da Israele", i Melechesch hanno saputo negli anni associare ben altra fama al proprio nome. Hanno dimostrato, in tempi in cui questo era ancora raro, che era possibile inserire in contesti black metal, suoni e suggestioni mediorientali.
Una linea personale che per molti era difficile anche solo concepire all'epoca e che si è fatta strada anche grazie a lavori come Djinn e Sphynx, ottimi platter che, come spesso succede, pochi amano citare.
Emissaries, che ormai risale a quattro anni fa, ha portato a perfetta maturazione la miscela prodotta dal "Re del Fuoco" (il significato di Melechesh in lingua ebraica). Anche stavolta, atmosfere e immaginario sono quelli della Mesopotamia di 4000 anni fa, come la torre di babele in copertina ci ricorda. Esoterismo, oracoli sumeri, magia primordiale sono quindi i protagonisti delle 10 song presenti su Emissaries. Il songwriting riprende, accentuandola, la complessità dei dischi precedenti, ma tralascia alcune lungaggini presenti in Sphynx, concentrandosi sulla creazione di atmosfere monolitiche e lunari, sostenuto da un lavoro mostruoso dietro le pelli (davvero il diabolico Xul non fa rimpiangere il pur ottimo Proscriptor).
Il tutto per quasi un'ora, un'ora che per fortuna fila via senza sentire nè il peso dei secoli, nè la noia di brani tutti uguali, anzi. Semmai, c'è da considerare come la formula contenuta in Emissaries sia ormai giunta al punto di non ritorno: lo sfruttamento di riff tipicamente orientali all'interno delle canzoni, punto di forza dei Melechesh, ha ormai esaurito l'effetto sorpresa, e da marchio di fabbrica rischia di diventare luogo comune. C'è da sperare che un gruppo che ha saputo imporsi con l'originalità, possa superare questo scoglio proprio grazie a questa dote.
Recensione a cura di: Burning Stronghold
Voto: 77/100
Tracklist:
1. Rebirth of the Nemesis 06:38
2. Ladders to Sumeria 04:02
3. Deluge of Delusional Dreams 06:25
4. Touching the Spheres of Sephiroth 03:10
5. Gyroscope (The Tea Party cover) 02:58
6. Double Helixed Sceptre 05:56
7. The Scribes of Kur 06:35
8. Leper Jerusalem 03:49
9. Sand Grain Universe 05:16
10. Emissaries and the Mysterium Magnum 07:20
Total playing time 52:02
http://www.melechesh.com/
http://www.myspace.com/melechesh
Genere: Black / Death / Middle Eastern Folk Metal
Noti in principio come "il gruppo black metal proveniente da Israele", i Melechesch hanno saputo negli anni associare ben altra fama al proprio nome. Hanno dimostrato, in tempi in cui questo era ancora raro, che era possibile inserire in contesti black metal, suoni e suggestioni mediorientali.
Una linea personale che per molti era difficile anche solo concepire all'epoca e che si è fatta strada anche grazie a lavori come Djinn e Sphynx, ottimi platter che, come spesso succede, pochi amano citare.
Emissaries, che ormai risale a quattro anni fa, ha portato a perfetta maturazione la miscela prodotta dal "Re del Fuoco" (il significato di Melechesh in lingua ebraica). Anche stavolta, atmosfere e immaginario sono quelli della Mesopotamia di 4000 anni fa, come la torre di babele in copertina ci ricorda. Esoterismo, oracoli sumeri, magia primordiale sono quindi i protagonisti delle 10 song presenti su Emissaries. Il songwriting riprende, accentuandola, la complessità dei dischi precedenti, ma tralascia alcune lungaggini presenti in Sphynx, concentrandosi sulla creazione di atmosfere monolitiche e lunari, sostenuto da un lavoro mostruoso dietro le pelli (davvero il diabolico Xul non fa rimpiangere il pur ottimo Proscriptor).
Il tutto per quasi un'ora, un'ora che per fortuna fila via senza sentire nè il peso dei secoli, nè la noia di brani tutti uguali, anzi. Semmai, c'è da considerare come la formula contenuta in Emissaries sia ormai giunta al punto di non ritorno: lo sfruttamento di riff tipicamente orientali all'interno delle canzoni, punto di forza dei Melechesh, ha ormai esaurito l'effetto sorpresa, e da marchio di fabbrica rischia di diventare luogo comune. C'è da sperare che un gruppo che ha saputo imporsi con l'originalità, possa superare questo scoglio proprio grazie a questa dote.
Recensione a cura di: Burning Stronghold
Voto: 77/100
Tracklist:
1. Rebirth of the Nemesis 06:38
2. Ladders to Sumeria 04:02
3. Deluge of Delusional Dreams 06:25
4. Touching the Spheres of Sephiroth 03:10
5. Gyroscope (The Tea Party cover) 02:58
6. Double Helixed Sceptre 05:56
7. The Scribes of Kur 06:35
8. Leper Jerusalem 03:49
9. Sand Grain Universe 05:16
10. Emissaries and the Mysterium Magnum 07:20
Total playing time 52:02
http://www.melechesh.com/
http://www.myspace.com/melechesh
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