Realmbuilder “Summon the Stone Throwers”
Full-length, I Hate Records, 2009
Genere: Epic Heavy/Doom Metal
Debutto per questa band di New York, che vede solo due componenti in line-up: Czar (Lead vocals, drums) e J.H. Halberd (Rhythm guitar, bass, harmony vocals). Le fonti di ispirazione dei nostri affondano nell’epic metal e nel “true” metal in generale, ma con un retrogusto rock che non guasta affatto.
Le bands di riferimento sono più o meno le solite di quando parliamo di simili proposte musicali quali: Manilla Road, DoomSword, Cirith Ungol, Manowar, Blue Oyster Cult, Thin Lizzy, King Crimson, Ironsword, Reverend Bizzarre ecc, e i nostri infatti le citano tutte nella loro biografia ufficiale (oltre che nella presentazione della loro label, la sempre interessante I Hate Records).
Quindi entriamo nel particolare di questo disco dicendo che la musica proposta da questo duo non si cura minimamente del tempo che passa e la sensazione, ascoltando queste sette tracce, è proprio quella di essere catapultati in una dimensione antica ricca di eroi e leggende, con una copertina dalle tinte color pastello raffigurante una specie di viaggiatore che ammira un castello immerso nella natura.
Onestamente basterebbero già le loro influenze e la copertina per capire cosa troviamo all’interno di “Summon the Stone Throwers”, ma sarebbe un po’ sbrigativa come cosa. In realtà i nostri sembrano mascherarsi sotto una concezione semplice e diretta di musica metal dai toni epici, ma ascoltando più volte il disco vengono a galla tante piccole sfaccettature che di primo acchitto forse non si colgono. La band è maestra nell’alternare parti lente e ripartente leggermente più dirette, con riff che si dipanano spesso su corde suonate “a mano libera”, su unica corda e stoppati mai troppo secchi. Gli assoli sono semplici ed evocativi e la voce per me rappresenta sicuramente un punto a favore di questo gruppo; il buon Czar si cimenta in un cantato melodico dalle sfumature talvolta lievemente ruvide, ma sono i cori cantati da entrambi ad arricchire ed ispessire le trame musicali di quest’opera.
Che dire quindi per concludere? I Realmbuilder dimostrano che non sono necessari effetti speciali per rendere buono un album, non è necessaria una grande tecnica o una produzione sfavillante (anzi, qui i suoni sono lavorati davvero poco ma risultano squisitamente reali e “acustici”), ma l’elemento che serve maggiormente è la capacità compositiva e l’originalità, non intesa come commistioni tra generi e/o stranezze varie. Loro fanno quello che in un certo senso fanno i loro numi tutelari, ma riescono a farci respirare un’aria che riusciamo a percepire solo in quei posti dove la nostra mente si libera di tutti gli obblighi della quotidianità della società moderna, a favore di un senso di calore e benessere che si prova quando si ritorna a pensare come quando eravamo piccoli e ci accontentavamo di poco ma eravamo felici e realizzati.
Un disco che troverà molti estimatori grazie alla sua sincerità e devozione verso la forma più nobile e pura di epic metal e rock. Consigliato.
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 75/100
Tracklist:
1. Bow Before the Oligarchy 05:33
2. Silver Ziggurat 04:08
3. Ninety-Nine Raids 03:57
4. Forgotten Minion 04:22
5. Summon the Stone Throwers 05:10
6. Colossal Glaciers 05:16
7. The Tarnished Crown 06:37
Total playing time 35:03
http://www.myspace.com/realmbuilder
http://www.ihate.se/
Genere: Epic Heavy/Doom Metal
Debutto per questa band di New York, che vede solo due componenti in line-up: Czar (Lead vocals, drums) e J.H. Halberd (Rhythm guitar, bass, harmony vocals). Le fonti di ispirazione dei nostri affondano nell’epic metal e nel “true” metal in generale, ma con un retrogusto rock che non guasta affatto.
Le bands di riferimento sono più o meno le solite di quando parliamo di simili proposte musicali quali: Manilla Road, DoomSword, Cirith Ungol, Manowar, Blue Oyster Cult, Thin Lizzy, King Crimson, Ironsword, Reverend Bizzarre ecc, e i nostri infatti le citano tutte nella loro biografia ufficiale (oltre che nella presentazione della loro label, la sempre interessante I Hate Records).
Quindi entriamo nel particolare di questo disco dicendo che la musica proposta da questo duo non si cura minimamente del tempo che passa e la sensazione, ascoltando queste sette tracce, è proprio quella di essere catapultati in una dimensione antica ricca di eroi e leggende, con una copertina dalle tinte color pastello raffigurante una specie di viaggiatore che ammira un castello immerso nella natura.
Onestamente basterebbero già le loro influenze e la copertina per capire cosa troviamo all’interno di “Summon the Stone Throwers”, ma sarebbe un po’ sbrigativa come cosa. In realtà i nostri sembrano mascherarsi sotto una concezione semplice e diretta di musica metal dai toni epici, ma ascoltando più volte il disco vengono a galla tante piccole sfaccettature che di primo acchitto forse non si colgono. La band è maestra nell’alternare parti lente e ripartente leggermente più dirette, con riff che si dipanano spesso su corde suonate “a mano libera”, su unica corda e stoppati mai troppo secchi. Gli assoli sono semplici ed evocativi e la voce per me rappresenta sicuramente un punto a favore di questo gruppo; il buon Czar si cimenta in un cantato melodico dalle sfumature talvolta lievemente ruvide, ma sono i cori cantati da entrambi ad arricchire ed ispessire le trame musicali di quest’opera.
Che dire quindi per concludere? I Realmbuilder dimostrano che non sono necessari effetti speciali per rendere buono un album, non è necessaria una grande tecnica o una produzione sfavillante (anzi, qui i suoni sono lavorati davvero poco ma risultano squisitamente reali e “acustici”), ma l’elemento che serve maggiormente è la capacità compositiva e l’originalità, non intesa come commistioni tra generi e/o stranezze varie. Loro fanno quello che in un certo senso fanno i loro numi tutelari, ma riescono a farci respirare un’aria che riusciamo a percepire solo in quei posti dove la nostra mente si libera di tutti gli obblighi della quotidianità della società moderna, a favore di un senso di calore e benessere che si prova quando si ritorna a pensare come quando eravamo piccoli e ci accontentavamo di poco ma eravamo felici e realizzati.
Un disco che troverà molti estimatori grazie alla sua sincerità e devozione verso la forma più nobile e pura di epic metal e rock. Consigliato.
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 75/100
Tracklist:
1. Bow Before the Oligarchy 05:33
2. Silver Ziggurat 04:08
3. Ninety-Nine Raids 03:57
4. Forgotten Minion 04:22
5. Summon the Stone Throwers 05:10
6. Colossal Glaciers 05:16
7. The Tarnished Crown 06:37
Total playing time 35:03
http://www.myspace.com/realmbuilder
http://www.ihate.se/
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