Oath "Devil's Victim"
EP, Self released, 2008
Genere: Thrash/Speed Metal
Una piacevole sorpresa questi Oath, band di Pordenone che propone un ep autoprodotto intriso di ignoranza (in senso buono) speed-thrash, il tutto eseguito con l’urgenza dell’HC più feroce e autentico.
Sin dalla copertina raffigurante un Pietro Pacciani (anche detto il “Mostro di Firenze”) intento a fare le corna verso la macchina fotografica, capiamo che questa band ama anche usare molto humor nero per incorniciare la propria proposta, e anche attraverso le note di questi diciassette minuti l’aria che si respira è proprio questa: una band incazzata e senza alcun orpello, una batteria che picchia senza troppa tecnica in maniera spietata e una voce, quella di Dezo, che definire allucinata credo sia per lui un complimento.
Riff al vetriolo sin dalla iniziale “Nocturnal Possession”, stop n’go assassini, una produzione essenziale e dannatamente vera, voglia di sfondare tamburi e amplificatori. Ecco come si presentano gli Oath, con richiami anche a band come gli Slayer o i Sodom nelle parti più tirate. La seguente “Dead Missionary” invece mette in mostra la vena vagamente HC di cui parlavo poc’anzi, ma non è mai invadente e rimane ben mescolata alle forti impalcature thrash dei nostri, e anche “Unholy Legions” e “Nun’s Moans” si nutrono praticamente degli stessi ingredienti. La chiusura spetta ad altre due mazzate quali “Jesus End” che si muove tra speed e Motorhead e la title-track, una strumentale della durata di poco più di un minuto che chiude questa carneficina.
Posso dire, in definitiva, che questi Oath potranno forse essere visti come l’ennesima band che non inventa nulla e che forse non pensa nemmeno a migliorare un po’ la propria abilità strumentale (comunque dignitosa, soprattutto per quel che concerne il lavoro di chitarra).
Ma io credo che quando si ascolta un disco tanto genuino e sanguigno come questo “Devil’s Victim”, bisogna solo accettare le cose per come stanno, perché il resto sarebbe solo un contorno che potrebbe anche snaturare l’attitudine di una band come gli Oath.
Quindi, cari amanti degli anni Ottanta e del thrash primitivo, fatevi avanti e date una possibilità a questa band!
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 70/100
Tracklist:
1. Nocturnal Possession 03:35
2. Dead Missionary 02:50
3. Unholy Legions 02:56
4. Nun's Moans 03:02
5. Jesus End 04:02
6. Devil's Victim 01:17
Total playing time 17:42
http://www.myspace.com/oathpn
Genere: Thrash/Speed Metal
Una piacevole sorpresa questi Oath, band di Pordenone che propone un ep autoprodotto intriso di ignoranza (in senso buono) speed-thrash, il tutto eseguito con l’urgenza dell’HC più feroce e autentico.
Sin dalla copertina raffigurante un Pietro Pacciani (anche detto il “Mostro di Firenze”) intento a fare le corna verso la macchina fotografica, capiamo che questa band ama anche usare molto humor nero per incorniciare la propria proposta, e anche attraverso le note di questi diciassette minuti l’aria che si respira è proprio questa: una band incazzata e senza alcun orpello, una batteria che picchia senza troppa tecnica in maniera spietata e una voce, quella di Dezo, che definire allucinata credo sia per lui un complimento.
Riff al vetriolo sin dalla iniziale “Nocturnal Possession”, stop n’go assassini, una produzione essenziale e dannatamente vera, voglia di sfondare tamburi e amplificatori. Ecco come si presentano gli Oath, con richiami anche a band come gli Slayer o i Sodom nelle parti più tirate. La seguente “Dead Missionary” invece mette in mostra la vena vagamente HC di cui parlavo poc’anzi, ma non è mai invadente e rimane ben mescolata alle forti impalcature thrash dei nostri, e anche “Unholy Legions” e “Nun’s Moans” si nutrono praticamente degli stessi ingredienti. La chiusura spetta ad altre due mazzate quali “Jesus End” che si muove tra speed e Motorhead e la title-track, una strumentale della durata di poco più di un minuto che chiude questa carneficina.
Posso dire, in definitiva, che questi Oath potranno forse essere visti come l’ennesima band che non inventa nulla e che forse non pensa nemmeno a migliorare un po’ la propria abilità strumentale (comunque dignitosa, soprattutto per quel che concerne il lavoro di chitarra).
Ma io credo che quando si ascolta un disco tanto genuino e sanguigno come questo “Devil’s Victim”, bisogna solo accettare le cose per come stanno, perché il resto sarebbe solo un contorno che potrebbe anche snaturare l’attitudine di una band come gli Oath.
Quindi, cari amanti degli anni Ottanta e del thrash primitivo, fatevi avanti e date una possibilità a questa band!
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 70/100
Tracklist:
1. Nocturnal Possession 03:35
2. Dead Missionary 02:50
3. Unholy Legions 02:56
4. Nun's Moans 03:02
5. Jesus End 04:02
6. Devil's Victim 01:17
Total playing time 17:42
http://www.myspace.com/oathpn
Nessun commento