Mordax “Slaughter”
EP, Self Released, 2010
Genere: Death/Thrash Metal
I danesi Mordax sono giovani ma hanno le idee già piuttosto chiare.
“Slaughter” si presenta come autoproduzione, ma si rivela un mini-cd professionale sotto tutti i fronti: thrash-death melodico e carico di groove, lavoro affilato di chitarre, vocals rabbiose e attitudine professionale quasi al livello di act molto più “navigati” è quello che ci viene sbattuto in faccia.
Ma attenzione a non farvi ingannare dalla coltre nervosa di questo mini, perché ascoltandolo bene ci si può accorgere che la band ha già una discreta personalità in fatto di composizione e stile, di certo accomunabile ad altri grandi nomi, ma evitando il plagio o il tributo palese. La band nella bio dichiara di rifarsi sia al thrash metal della Bay Area che alla scuola death metal di Gothenburg, ma a mio modesto parere questa dichiarazione va un po’ stretta ai Mordax, nel senso che sicuramente si muovono a grandi linee tra i due generi, ma non ho trovato somiglianze dirette coi rappresentanti principali di quelle due scuole.
E’ d’obbligo menzionare il lavoro delle due asce, sempre preciso e non necessariamente lineare, che a volte si contorce su se stesso diventando claustrofobico e avvolgente. Le prime due song già rivelano questo andamento (“Buried Alive” e “A Slaughter in the Dark”), ma con la terza traccia “Devoured by Life” (in realtà quarta, se si include l’intro “Horror”) iniziamo a prendere coscienza delle potenzialità di questa band. Belle aperture melodiche si incastrano a passaggi cupi, che poggiano su patterns di batteria che giocano a creare spessore con i tom e la cassa con begli incastri. Inoltre anche in fase solista i due chitarristi dimostrano di avere buona dimestichezza. Anche nella seguente “Eyes of the Weak” ci sono ottime intuizioni, e viene confermata la scelta della band di non aggredire alla cieca, ma in modo ragionato e non banale.
E’ proprio questa la chiave di tutto il lavoro in esame, ovvero la capacità dei Mordax nel saper far muovere il piede e il collo all’ascoltatore, ma il non fermarsi solo su questo. Anche l’abilità nell’usare una buona base ritmica che sottolinea i vari umori che attraversano le canzoni e un mood cupo che non si affievolisce in questi 27 minuti di musica, rendono ancora più interessante la proposta di questi cinque musicisti, che potrebbero nel giro di poco tempo assestare un full-length di tutto rispetto, se terranno a mente tutti i buoni propositi espressi in questo “Slaughter”.
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 75/100
Tracklist:
1. Horror 00:39
2. Buried Alive 02:48
3. A Slaughter in the Dark 04:19
4. Devoured by Life 03:51
5. Eyes of the Weak 03:45
6. Trail Of Murder 05:19
7. As We Slay Your Gods 03:22
8. Flense The Forsaken 02:34
Total playing time 26:37
http://www.myspace.com/mordaxdk
Genere: Death/Thrash Metal
I danesi Mordax sono giovani ma hanno le idee già piuttosto chiare.
“Slaughter” si presenta come autoproduzione, ma si rivela un mini-cd professionale sotto tutti i fronti: thrash-death melodico e carico di groove, lavoro affilato di chitarre, vocals rabbiose e attitudine professionale quasi al livello di act molto più “navigati” è quello che ci viene sbattuto in faccia.
Ma attenzione a non farvi ingannare dalla coltre nervosa di questo mini, perché ascoltandolo bene ci si può accorgere che la band ha già una discreta personalità in fatto di composizione e stile, di certo accomunabile ad altri grandi nomi, ma evitando il plagio o il tributo palese. La band nella bio dichiara di rifarsi sia al thrash metal della Bay Area che alla scuola death metal di Gothenburg, ma a mio modesto parere questa dichiarazione va un po’ stretta ai Mordax, nel senso che sicuramente si muovono a grandi linee tra i due generi, ma non ho trovato somiglianze dirette coi rappresentanti principali di quelle due scuole.
E’ d’obbligo menzionare il lavoro delle due asce, sempre preciso e non necessariamente lineare, che a volte si contorce su se stesso diventando claustrofobico e avvolgente. Le prime due song già rivelano questo andamento (“Buried Alive” e “A Slaughter in the Dark”), ma con la terza traccia “Devoured by Life” (in realtà quarta, se si include l’intro “Horror”) iniziamo a prendere coscienza delle potenzialità di questa band. Belle aperture melodiche si incastrano a passaggi cupi, che poggiano su patterns di batteria che giocano a creare spessore con i tom e la cassa con begli incastri. Inoltre anche in fase solista i due chitarristi dimostrano di avere buona dimestichezza. Anche nella seguente “Eyes of the Weak” ci sono ottime intuizioni, e viene confermata la scelta della band di non aggredire alla cieca, ma in modo ragionato e non banale.
E’ proprio questa la chiave di tutto il lavoro in esame, ovvero la capacità dei Mordax nel saper far muovere il piede e il collo all’ascoltatore, ma il non fermarsi solo su questo. Anche l’abilità nell’usare una buona base ritmica che sottolinea i vari umori che attraversano le canzoni e un mood cupo che non si affievolisce in questi 27 minuti di musica, rendono ancora più interessante la proposta di questi cinque musicisti, che potrebbero nel giro di poco tempo assestare un full-length di tutto rispetto, se terranno a mente tutti i buoni propositi espressi in questo “Slaughter”.
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 75/100
Tracklist:
1. Horror 00:39
2. Buried Alive 02:48
3. A Slaughter in the Dark 04:19
4. Devoured by Life 03:51
5. Eyes of the Weak 03:45
6. Trail Of Murder 05:19
7. As We Slay Your Gods 03:22
8. Flense The Forsaken 02:34
Total playing time 26:37
http://www.myspace.com/mordaxdk
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