Imperium Dekadenz “Procella Vadens”
Full-length, Season Of Mist, 2010
Genere: Black Metal
Modestie a parte, io già nel 2007, dopo aver visto uscire “Dämmerung der Szenarien”, secondo full di questo duo tedesco nato nel non lontano 2005, ci avevo visto giusto: “questi Imperium Dekadenz ci sanno fare e secondo me faranno molta strada”, avevo pensato all’epoca.
Ora, dopo la lunga attesa di tre anni, ho capito che avevo avuto ragione in pieno, e la conferma mi è arrivata proprio da questo “Procella Vadens”, nuovo full-lenght che può essere tranquillamente paragonato ad una vasta e sontuosa pinacoteca, dove ogni brano rappresenta un nuovo dipinto in cui perdersi stracolmo di tinte sgargianti e sfumature di ogni tipo.
I chiaro/scuri non mancano nei dieci pezzi proposti, infatti le atmosfere vengono magistralmente variate da tastiere che riproducono ogni sorta di strumento musicale e da stacchi di chitarre acustiche sempre pronte a stupire l’ascoltatore: tutto questo può farvi saltare alla mente il fatto che questo progetto sia solo l’ennesimo clone dei Dimmu Borgir, invece sarebbe un errato pregiudizio da parte vostra, anche perché il sottoscritto, salvo rari casi, il Symphonic BM proprio non lo riesce a digerire; quello che voglio dire è che ogni traccia mantiene un’anima Black Metal, senza essere troppo pomposa o sovraccarica di aggiunte sinfoniche, quindi in sostanza non viene snaturata da un’eccessiva proposta melodica come invece accade spesso e volentieri in quelle della band norvegese sopra citata. Per dirla in parole povere, la musica contenuta in quest’album non c’entra proprio nulla con i Dimmu Borgir o altre band simili senza quasi mai un briciolo di spessore (questo è il mio parere, sia chiaro).
Il tour all’interno di questa galleria d’arte di emozioni vale il costo del biglietto: l’intro in pianoforte apre la strada alle prime due canzoni, che poste all’inizio avvertono che gli Imperium Dekadenz anche sta volta si sono fatti in quattro per scrivere un’altra ora di musica tutta in loro stile, quindi con sequenze molto articolate che si sanno creare la loro nicchia in un genere becero all’insegna della violenza sonora. Ma il corridoio continua, e le pareti circostanti pullulano di affreschi raffiguranti scene di tranquillità notturna (“À la nuit tombante”, ballata acustica e solo strumentale), di depressione autunnale (“An autumn serenade”, uno dei pezzi da novanta di questa collezione privata) o di maestose e inarrivabili vette (“Ocean, mountains mirror”). Dalla porta d’uscita ci troviamo davanti le immagini epiche descritte dalla title-track, che introdotta dalla precedente “The descent into Hades” chiude la mostra con abbondante eleganza, seguita da un outro usata dai due tedeschi come “arrivederci”, sicuri che l’ascoltatore accetterà quest’invito.
Un nuovo full-lenght e un nuovo centro per questa giovane formazione; ne hanno fatta di strada i nostri da quel loro primo lavoro del 2006 intitolato “...Und Die Welt Ward Kalt Und Leer”, che raggiungeva una sufficienza ma nulla di più. Ora invece gli Imperium Dekadenz si riescono a distinguere perfettamente tra le innumerevoli band che stanno affollando la scena mondiale, e anche con disinvoltura: basti pensare che subito dopo l’ottimo “Dämmerung der Szenarien” che prima ho già citato, se ne sono già usciti con questo nuovo “Procella Vadens”, degno successore e senza dubbio di ottima fattura come il precedente. Varietà e qualità mischiate insieme, ecco gli ingredienti segreti contenuti qui dentro.
Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 78/100
Tracklist:
1. Die Hoffnung stirbt... 02:01
2. Lacrimae Mundi 05:01
3. A Million Moons 10:25
4. Ego Universalis 04:53
5. À la nuit tombante 05:18
6. An Autumn Serenade 09:18
7. Ocean, Mountain's Mirror 07:06
8. The Descent into Hades 04:31
9. Procella Vadens 06:45
10. ...wenn der Sturm beginnt 01:58
http://www.imperium-dekadenz.de/
http://www.myspace.com/imperiumdekadenz
Genere: Black Metal
Modestie a parte, io già nel 2007, dopo aver visto uscire “Dämmerung der Szenarien”, secondo full di questo duo tedesco nato nel non lontano 2005, ci avevo visto giusto: “questi Imperium Dekadenz ci sanno fare e secondo me faranno molta strada”, avevo pensato all’epoca.
Ora, dopo la lunga attesa di tre anni, ho capito che avevo avuto ragione in pieno, e la conferma mi è arrivata proprio da questo “Procella Vadens”, nuovo full-lenght che può essere tranquillamente paragonato ad una vasta e sontuosa pinacoteca, dove ogni brano rappresenta un nuovo dipinto in cui perdersi stracolmo di tinte sgargianti e sfumature di ogni tipo.
I chiaro/scuri non mancano nei dieci pezzi proposti, infatti le atmosfere vengono magistralmente variate da tastiere che riproducono ogni sorta di strumento musicale e da stacchi di chitarre acustiche sempre pronte a stupire l’ascoltatore: tutto questo può farvi saltare alla mente il fatto che questo progetto sia solo l’ennesimo clone dei Dimmu Borgir, invece sarebbe un errato pregiudizio da parte vostra, anche perché il sottoscritto, salvo rari casi, il Symphonic BM proprio non lo riesce a digerire; quello che voglio dire è che ogni traccia mantiene un’anima Black Metal, senza essere troppo pomposa o sovraccarica di aggiunte sinfoniche, quindi in sostanza non viene snaturata da un’eccessiva proposta melodica come invece accade spesso e volentieri in quelle della band norvegese sopra citata. Per dirla in parole povere, la musica contenuta in quest’album non c’entra proprio nulla con i Dimmu Borgir o altre band simili senza quasi mai un briciolo di spessore (questo è il mio parere, sia chiaro).
Il tour all’interno di questa galleria d’arte di emozioni vale il costo del biglietto: l’intro in pianoforte apre la strada alle prime due canzoni, che poste all’inizio avvertono che gli Imperium Dekadenz anche sta volta si sono fatti in quattro per scrivere un’altra ora di musica tutta in loro stile, quindi con sequenze molto articolate che si sanno creare la loro nicchia in un genere becero all’insegna della violenza sonora. Ma il corridoio continua, e le pareti circostanti pullulano di affreschi raffiguranti scene di tranquillità notturna (“À la nuit tombante”, ballata acustica e solo strumentale), di depressione autunnale (“An autumn serenade”, uno dei pezzi da novanta di questa collezione privata) o di maestose e inarrivabili vette (“Ocean, mountains mirror”). Dalla porta d’uscita ci troviamo davanti le immagini epiche descritte dalla title-track, che introdotta dalla precedente “The descent into Hades” chiude la mostra con abbondante eleganza, seguita da un outro usata dai due tedeschi come “arrivederci”, sicuri che l’ascoltatore accetterà quest’invito.
Un nuovo full-lenght e un nuovo centro per questa giovane formazione; ne hanno fatta di strada i nostri da quel loro primo lavoro del 2006 intitolato “...Und Die Welt Ward Kalt Und Leer”, che raggiungeva una sufficienza ma nulla di più. Ora invece gli Imperium Dekadenz si riescono a distinguere perfettamente tra le innumerevoli band che stanno affollando la scena mondiale, e anche con disinvoltura: basti pensare che subito dopo l’ottimo “Dämmerung der Szenarien” che prima ho già citato, se ne sono già usciti con questo nuovo “Procella Vadens”, degno successore e senza dubbio di ottima fattura come il precedente. Varietà e qualità mischiate insieme, ecco gli ingredienti segreti contenuti qui dentro.
Recensione a cura di: The Wolf Caged
Voto: 78/100
Tracklist:
1. Die Hoffnung stirbt... 02:01
2. Lacrimae Mundi 05:01
3. A Million Moons 10:25
4. Ego Universalis 04:53
5. À la nuit tombante 05:18
6. An Autumn Serenade 09:18
7. Ocean, Mountain's Mirror 07:06
8. The Descent into Hades 04:31
9. Procella Vadens 06:45
10. ...wenn der Sturm beginnt 01:58
http://www.imperium-dekadenz.de/
http://www.myspace.com/imperiumdekadenz
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