Deathrow (Ita) "Gateways to Oblivion"
Full-length, Slava Satan Records, 2008
Genere: Black Metal/Doom
Secondo lavoro sulla lunga distanza per il progetto di Thorns (alias Gionata Potenti), che vanta collaborazioni passate e presenti con svariate bands del calibro Ad Hominem, Arcana Coelestia, Frostmoon Eclipse (Ita), Glorior Belli, Handful of Hate, Hiems, Kult (Ita), Melencolia Estatica e molti altri, e che lo vede impegnato, in questa sede, oltre al suo consueto ruolo di batterista, anche con tutti gli altri strumenti.
In definitiva questo può a ragion veduta essere visto come il suo progetto solista e presenta, in questo nuovo “Gateways to Oblivion”, diversi spunti interessanti, tra i quali menzionerei una vena che va oltre il black metal in senso stretto, abbracciando anche la malinconia e la disperazione del doom più funereo e intimista. Di certo non è una novità per questa band quella di avere a che fare con simili sonorità , in quanto sin dagli albori si è subito notato che questo progetto voleva esplorare terreni ben più riflessivi rispetto alla maggior parte delle bands nella quali ha militato Potenti, ma probabilmente in questo nuovo lavoro tali caratteristiche vengono maggiormente a galla.
Un disco che si apre infatti con le sonorità lente e dense di tinte oscure di “A Lifeless Tomorrow”, song che fa da preambolo per quello che sarà il viaggio dell’ascoltatore nei territori di quest’opera. Pochi accordi, drumming semplice e lineare che scandisce in maniera lenta la sofferenza che è l’elemento portante di questo disco. Lo screaming non è esasperato ma in alcuni frangenti si lascia andare a strazianti urla sullo stile di Burzum. Gli arpeggi dispensati nello scorrere delle tracce sono scarni e desolanti, e catturano un gran senso di vuoto, come ad esempio nella bella apertura di “The Seed Of Solitude” dove, dopo quasi tre minuti di chitarre “pulite”, si sfocia nel doom quasi puro.
Il disco a mio avviso mostra i suoi migliori momenti quando riesce a mescolare con maestria i due elementi cardine finora descritti, come in “Grey Eyes”, ma c’è da dire che Thorns è riuscito da solo a creare un affresco di toccante intensità , dove paure e disagio vengono messe a nudo senza filtri, ma in modo sincero e diretto.
In definitiva posso dire che questo disco è fatto per poche persone e, soprattutto, non va preso alla leggera o come ascolto di routine, ma deve essere assaporato con attenzione e giusta predisposizione mentale, al fine di coglierne il suo vero spirito.
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 70/100
Tracklist:
1. A Lifeless Tomorrow 10:19
2. Hatred 10:54
3. The Seed Of Solitude 07:37
4. Grey Eyes 07:31
5. Luci Ed Ombre 13:09
Total playing time 48:50
http://www.myspace.com/deathrowblackmetal
http://www.slavasatan.com/
Genere: Black Metal/Doom
Secondo lavoro sulla lunga distanza per il progetto di Thorns (alias Gionata Potenti), che vanta collaborazioni passate e presenti con svariate bands del calibro Ad Hominem, Arcana Coelestia, Frostmoon Eclipse (Ita), Glorior Belli, Handful of Hate, Hiems, Kult (Ita), Melencolia Estatica e molti altri, e che lo vede impegnato, in questa sede, oltre al suo consueto ruolo di batterista, anche con tutti gli altri strumenti.
In definitiva questo può a ragion veduta essere visto come il suo progetto solista e presenta, in questo nuovo “Gateways to Oblivion”, diversi spunti interessanti, tra i quali menzionerei una vena che va oltre il black metal in senso stretto, abbracciando anche la malinconia e la disperazione del doom più funereo e intimista. Di certo non è una novità per questa band quella di avere a che fare con simili sonorità , in quanto sin dagli albori si è subito notato che questo progetto voleva esplorare terreni ben più riflessivi rispetto alla maggior parte delle bands nella quali ha militato Potenti, ma probabilmente in questo nuovo lavoro tali caratteristiche vengono maggiormente a galla.
Un disco che si apre infatti con le sonorità lente e dense di tinte oscure di “A Lifeless Tomorrow”, song che fa da preambolo per quello che sarà il viaggio dell’ascoltatore nei territori di quest’opera. Pochi accordi, drumming semplice e lineare che scandisce in maniera lenta la sofferenza che è l’elemento portante di questo disco. Lo screaming non è esasperato ma in alcuni frangenti si lascia andare a strazianti urla sullo stile di Burzum. Gli arpeggi dispensati nello scorrere delle tracce sono scarni e desolanti, e catturano un gran senso di vuoto, come ad esempio nella bella apertura di “The Seed Of Solitude” dove, dopo quasi tre minuti di chitarre “pulite”, si sfocia nel doom quasi puro.
Il disco a mio avviso mostra i suoi migliori momenti quando riesce a mescolare con maestria i due elementi cardine finora descritti, come in “Grey Eyes”, ma c’è da dire che Thorns è riuscito da solo a creare un affresco di toccante intensità , dove paure e disagio vengono messe a nudo senza filtri, ma in modo sincero e diretto.
In definitiva posso dire che questo disco è fatto per poche persone e, soprattutto, non va preso alla leggera o come ascolto di routine, ma deve essere assaporato con attenzione e giusta predisposizione mentale, al fine di coglierne il suo vero spirito.
Recensione a cura di: Kosmos Reversum
Voto: 70/100
Tracklist:
1. A Lifeless Tomorrow 10:19
2. Hatred 10:54
3. The Seed Of Solitude 07:37
4. Grey Eyes 07:31
5. Luci Ed Ombre 13:09
Total playing time 48:50
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